Grazie al nostro Prof. Pavesi !!

Alcuni contributi di seguito...a presto per un nuovo convegno!!

Gustav Mahler - Sinfonia n. 1 in re maggiore - I movimento: Langsam, Schleppend, Wie ein Naturlaut

«Si dà il caso che l’infinito della passività

(la ricezione forzata invisibile) si basi

sull’umana sensibilità uditiva.

Lo riassumo nella formula seguente:

le orecchie non hanno palpebre». 

Pascal Quignard - L’odio della musica - Edizioni EDT 

Edgar Varèse - Ionisation

«Penso infatti che il requisito minimo per l’ascoltatore sia quello di riconoscere istintivamente che la musica è una forma di comunicazione, non una decorazione o, peggio, una pura questione acustica. […] Perché non importa sapere che cosa significhi re bemolle maggiore o riuscire a cogliere la fine dell’esposizione in una forma-sonata; ma importa capire che chi ha scritto quel brano e chi lo sta interpretando ci stanno comunicando qualcosa, qualcosa che non sappiamo spiegare con chiarezza, magari qualcosa che nemmeno loro sono in grado di tradurre a parole - anche perché altrimenti la musica servirebbe a poco - ma qualcosa che esiste, che il nostro istinto sa riconoscere e che rende l’esperienza dell’ascolto una cosa diversa dal sentire il rumore del traffico o quello della pioggia: se c’è musica, c’è qualcuno che ci sta dicendo qualcosa; e, se siamo sensibili ed educati, è importante ascoltarlo».

 

Nicola Campogrande - Occhio alle orecchie. Come ascoltare musica classica e vivere felici - Edizioni Ponte alle Grazie

Felix Mendelssohn-Bartholdy - Ottetto in mi bemolle maggiore per archi, op. 20 - I movimento: Allegro moderato ma con fuoco

«[…] la frequentazione della musica classica crea una profonda necessità di silenzio. Crea un’affezione per quelli che mi vien voglia di chiamare i bordi della musica, il prima e il dopo dell’esperienza musicale, l’attesa e la contemplazione di un’esecuzione. […] Non solo: quel che mi sembra di intuire è che la nostra esperienza dei bordi della musica, la nostra necessità di lasciar riverberare nel silenzio le esperienze sonore, finisce con il proiettarsi su ogni aspetto della vita, anche quando siamo ben lontani da una sala da concerto. Sto cominciando a pensare, cioè, che la frequentazione di teatri e auditori modifichi davvero la nostra percezione del mondo e che l’idea di vivere attraverso la musica delle esperienze simboliche non sia soltanto teorica: se imparo ad ascoltare, se capisco che durante un’esecuzione accadono cose molto più importanti del silenzio che le segue, se interiorizzo un’abitudine ad alternare attenzione e rilassamento, impulso e pausa, proietterò poi tutto questo anche nella vita quotidiana; e allora un abbraccio, una forchettata di pasta, una pagina ben scritta avranno più senso, saranno più appaganti, ci riempiranno la vita con un’intensità maggiore, perché istintivamente li circonderemo con dei bordi, con degli istanti nei quali quei gesti possano terminare il loro percorso».

 

Nicola Campogrande - Occhio alle orecchie. Come ascoltare musica classica e vivere felici - Edizioni Ponte alle Grazie

Gustav Mahler - Sinfonia n. 9 in re maggiore - IV movimento: Adagio. Sehr langsam und noch zurückhalten [da 1h 12min 05sec]