Il 26 aprile 2018 la squadra della scuola San Gregorio per le Olimpiadi della lingua italiana si incontrò nel piazzale di fronte alla Stazione Centrale. Il team era composto da Vasco Calzeroni, Alessandro Trovarelli, Alessandro Pettinaroli, Bianca Palacio e Vittoria Fiore. Avevamo già sostenuto delle gare on line, coadiuvati dai preziosi compagni Camilla Calgiani, Alessandro De Sensi e Sara Medina.
Le docenti accompagnatrici, Flavia Fornili e Carolina Freschi, dopo un breve saluto ai nostri genitori ci guidarono al binario dove sostava il treno per Roma.
Arrivammo a Roma tre ore dopo e, mentre aspettavamo la partenza del successivo treno Roma- Campobasso, facemmo un rapido salta alla Basilica di Santa Maria Maggiore.
Dopo lo stancante viaggio (quasi quattro ore) ci riposammo al bed & breakfast Mazzini 182 di Campo basso e ci dividemmo in tre camere, occupate nel seguente modo: la prima dalle due professoresse, la seconda dai tre maschi e l'ultima dalle due ragazze. Giocammo un po’, ascoltammo musica e poi uscimmo per mangiare una bella pizza. Appena tornati al bed & breakfast ci dedicammo un “bel” ripasso di grammatica in vista della gara dell’indomani. Dopo aver fatto un piano di fuga anti-sismico (il giorno prima a Campobasso c’era stato il terremoto, ma noi – temerari e sprezzanti del pericolo- eravamo partiti ugualmente), andammo a dormire: era tardi e ci aspettava una giornata dura e impegnativa. La mattina ci alzammo presto e uscimmo per visitare la meravigliosa Campobasso vecchia, costruita in cima a un colle, che vegliava sul paesaggio circostante: un insieme di chiese, torri e castelli in pietra risalenti all'epoca medievale. Dopo aver pranzato, affittammo un’automobile per dirigerci a Riccia, il paesino dove si svolgeva, appunto, l’undicesima edizione delle Olimpiadi della lingua italiana. Riccia e i paesi che incontrammo in Molise erano per lo più in rovina, poiché quelle fitte intersecazioni di casette e viuzze di pietra erano quasi del tutto abbandonate da tempo e i pochi abitanti rimasti erano quasi solo persone anziane.
Le Olimpiadi si svolgevano nella scuola primaria di Riccia e il nostro gruppo venne accompagnato da uno studente locale nella classe dove avremmo svolto la prova e dove ci disponemmo in file per il compito.
Le scuole partecipanti a questa semifinale, provenienti da tutta Italia, erano venti; di queste, solamente tre sarebbero passate alla finale: noi, dopo il compito, eravamo certi della vittoria...!
Sostenuta la prova, ci rilassammo nel parchetto di fronte alla scuola giocando e chiacchierando. Dopo l'ora di svago facemmo un giro per Riccia e poi cenammo, in compagnia di ragazzi, nella mensa scolastica.
Dopo cena, a sera inoltrata, ripartimmo con l’auto alla volta del nuovo bed & breakfast, chiamato Palazzo 1882; raggiungerlo non fu un'impresa semplice: il navigatore non mostrava lo sbocco giusto dalla statale e, per problemi di connessione, perdeva spesso il segnale. Eravamo completamente al buio in una località completamente sconosciuta: uno scenario da film horror… Ci fermammo difronte a una fattoria e vedemmo un uomo con una carriola fermo nel prato... la scena era inquietante, ma prendemmo coraggio e gli chiedemmo indicazioni, non senza aver prima cercato di chiuderci dentro l’abitacolo. L’uomo ci mostrò la strada, una stradina, buia, ripida, sterrata e in mezzo ad un bosco. Dopo qualche chilometro eravamo quasi sicuri di esserci persi, ma tutto ad un tratto trovammo la via e finalmente arrivammo ad un paese fantasma dove avremmo sostato la notte.
Il giorno seguente, speranzosi, ci dirigemmo verso il palazzo nel bosco dove avrebbero nominato i finalisti. L’ansia era alle stelle. Le professoresse entrarono, mentre noi preferimmo provare a scaricare la tensione in giardino.
Un simpatico aneddoto: mentre noi ragazzi eravamo seduti sulle scale esterne ad ascoltare All The Small Things dei Blink-182, Bianca esclamò con terrore di aver visto un ragnetto e Alessandro T. rispose tranquillo e pacato che i ragnetti non facevano paura. Poco dopo, all’improvviso, il panico: il ragnetto era sparito dalla nostra vista! E Alessandro T. imprecò! ...il ragno era enorme ed era salito sulla sua gamba! Tutti saltarono di scatto, urlando, e ci precipitammo anche noi all’interno dell’edificio. Così sentimmo nominare i finalisti: non eravamo i terzi, neanche i secondi e neppure i primi… era stata una disfatta.
Il ritorno non fu gioioso come l’andata. Ma anche con l’amaro in bocca riuscimmo a divertirci comunque. Un membro della squadra, Vittoria, non venne con noi perché la sua famiglia l’aveva raggiunta per una breve vacanza.
In treno ci dividemmo in due gruppi: il primo formato dalle professoresse, Bianca ed Alessandro P.; il secondo da Vasco e Alessandro T. che si sedettero vicino a due statunitensi. Alessandro T. se la cavò con l’inglese, ma Vasco non fece un’ottima figura, perché non disse nemmeno una parola, cosa per lui alquanto insolita, almeno in italiano…
Arrivati alla Stazione Centrale eravamo amareggiati e sconsolati, ma con una bella esperienza da raccontare. Ci salutammo e in fondo in fondo non eravamo poi così tristi, pensando che tre giorni dopo avremmo iniziato un’altra avventura insieme: il viaggio di istruzione in Trentino.